Una “regola” per vivere
La regola di vita comune a tutta la famiglia francescana consiste nel “vivere il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo” desiderando anzitutto “di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione” avendo come priorità assoluta l’orazione e la contemplazione. L’esistenza povera di Gesù di Nazaret, da Betlemme al Calvario è diventata un’esperienza spirituale totalizzante e rivoluzionaria nella vita di Francesco e Chiara: configurati al “Cristo povero e crocifisso” non ammetteranno commenti accomodanti o riduzioni sino agli ultimi anni della loro vita. Il cammino di Chiara è stato un cammino di purificazione, di ‘cesellatura’ per far emergere nel modo più limpido possibile l’immagine di Dio che ognuno di noi porta in sé. In questo orizzonte tutto si trasforma, tutto diviene sacramento della bellezza, segno e strumento di una relazione che coinvolge anima e corpo.
Vivere il tempo di Dio
Vivere nel tempo di Dio, cogliendo una sua manifestazione in ogni gesto quotidiano, può diventare un vero esercizio di contemplazione di fronte alla visione egocentrica del tempo che spinge l’uomo all’angoscia o alla fuga nel vuoto. Non è un’utopia, è una possibilità realizzabile. Non si tratta di compiere degli “atti”, quanto di imparare un modo di porsi davanti a Dio nella preghiera come nella vita all’interno della quale riusciamo a cogliere il primato di Dio.
La fraternità
“Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35). Sappiamo che vivere insieme non è facile, ma è possibile. Ed è il senso ultimo di una vita cristiana. Chiamate nel battesimo ad essere come Cristo nella donazione di sé e nell’amore, crediamo che la vita fraterna possa essere luce e profezia nel mondo.
La preghiera
Il Monastero è un segno per l’uomo che cerca il senso della propria vita ed è un luogo in cui si guarda al cielo per radicarsi nella terra mediante la preghiera. Nella liturgia delle ore, la preghiera della Chiesa, ci facciamo voce dell’umanità e intercediamo per la salvezza di tutti. Impariamo con costanza e dedizione ad allargare il cuore per abbracciare l’umanità intera, particolarmente quella che soffre.
La centralità della Parola di Dio
La Sacra Scrittura è il “luogo” in cui ciascuna di noi quotidianamente incontra Dio e riceve l’appello alla sequela di Cristo. La lectio divina, uno degli elementi più significativi della vita monastica, è l’arte che aiuta a compiere il passaggio dal testo biblico alla vita Aiuta a discernere ciò che viene da Dio e ciò che invece può portare lontano da Lui, per acquisire quella sorta di istinto soprannaturale che permette di non conformarsi alla mentalità del mondo ma di rinnovare la propria mente.
Il silenzio
La vita contemplativa richiede tempo e capacità di fare silenzio. Nel silenzio abbiamo le condizioni per meditare la Parola e per scendere nel fondo del nostro Cuore. Il silenzio è una scuola d’amore perché educa all’ascolto e all’accoglienza: di sé e della propria storia ferita, e poi dell’altro e del suo mistero
Il lavoro
Le monache e i monaci vivono del frutto delle proprie mani, per contribuire all’opera della creazione e servire l’umanità. Attraverso il lavoro il monaco restituisce i doni ricevuti in un atteggiamento di espropriazione e gratitudine e condivide l’impegno e la fatica dell’uomo di sempre.
In missione
Il monastero non è un luogo chiuso ed escludente, ma una casa aperta che offre a chi è in ricerca o a chi si è smarrito, a chi desidera sostare o a chi è solo di passaggio, il ristoro di una preghiera condivisa e di una liturgia curata, l’acqua viva della Parola, il calore di un abbraccio. La clausura è a servizio della relazione profonda con il Signore e della relazione libera con l’altro.
“Le Sorelle non si approprino di nulla, né della casa, né del luogo, né d’alcuna cosa…”
Regola di Santa Chiara, VIII